Equilibrio vita e lavoro: i consigli per raggiungerlo

Oggi la work-life balance è una priorità per molti lavoratori, ma non è semplice capire come raggiungere l’equilibrio tra la vita privata e il lavoro. In LHH offriamo servizi di outplacement scelti da candidati provenienti da tutto il mondo, che permettono di accedere a opportunità lavorative esclusive.
20/12/2022
Daniela Fabbri

Da una parte il potere decisionale, lo status sociale e il benessere economico. Dall’altra il tempo da dedicare a sé stessi e alla famiglia, il benessere psicofisico e la realizzazione personale. Fino ad alcuni anni fa nella scelta di un posto di lavoro i primi tre elementi avevano un peso preponderante, i secondi tre spesso erano un gradito complemento.


Poi c’è stata la Pandemia e una rivoluzione del tutto imprevista: lo smart working. Lavorare da remoto ha portato una sensazione di maggiore vulnerabilità, come pure il peso sempre maggiore di Millennials e Generation Z nel mondo del lavoro, contribuendo a cambiare le priorità e le richieste dei lavoratori. Oggi è diventato fondamentale trovare un equilibrio tra vita e lavoro, con il concetto di work-life balance che ha scalato le priorità dei talenti.


Cos’è il work-life balance

Come spiega Donatella Cappelletti coach e consulente senior di LHH “Nell’ultimo periodo è aumentato in modo considerevole il numero di persone che, in una fase di transizione di carriera, mi chiedono di valutare opzioni che consentano di lasciare più spazio alla famiglia o al tempo per sé stessi. C’è un evidente mutamento nell’equilibrio dei valori legati alla dimensione professionale e sono i valori a determinare gli obiettivi che si vogliono raggiungere”.


“Alcuni anni fa stipendio e potere decisionale erano indubitabilmente tra gli elementi predominanti. Poi diversi fattori, tra cui la pandemia e lo smart working, hanno portato alla luce delle esigenze che erano già latenti. Molte persone hanno cambiato i valori di riferimenti rispetto al lavoro, vogliono continuare a raggiungere i loro obiettivi ma ancorandoli ai valori personali. La domanda è: si può fare?”.


Come bilanciare vita e lavoro

Secondo Donatella Cappelletti, ci sono dei segnali che vanno in questo senso “Il dibattito sulla settimana corta è il primo. Ci sono molte sperimentazioni in atto, in diversi paesi europei, che stanno valutando la produttività e la soddisfazione personale correlate a questo nuovo modello. Questo indica che alcune aziende hanno compreso che se aumenta la soddisfazione aumenta anche la produttività”.


Inoltre, ci sono dei fattori che potranno spingere in questa direzione: dalla necessità di ridurre i consumi energetici alla guerra dei talenti, che vede soprattutto i giovani (ma non solo) prediligere offerte che garantiscano flessibilità oraria e maggior attenzione al benessere psicofisico. “C’è solo bisogno di tempo”, riflette la coach, “perché si inneschi un volano che porti a cambiamenti a livello sociale, economico e organizzativo”.


Quindi è arrivato il momento di inserire anche questa dimensione nel tavolo della trattativa? “Vedo dei timidi cambiamenti in questo senso”, conclude Donatella Cappelletti. “Nell’ultimo anno questo elemento è entrato in alcune negoziazioni, con un’attenzione diversa ai tempi, alle giornate a casa. Ci sono aziende che, per esempio, dichiarano la disponibilità allo smart working già nell’annuncio di lavoro. È quindi un elemento che un candidato può negoziare con l’azienda, un rischio che può iniziare a prendersi, a patto che lo faccia dopo che è stato scelto, quando il suo potere negoziale è molto più consistente”.


Dalla coach arriva un ultimo consiglio “Quando si cambia lavoro o se ne cerca uno nuovo è fondamentale fermarsi a riflettere su quali sono i valori che riteniamo imprescindibili, perché poi la ricerca si orienta proprio in base a questi valori. Ad esempio, può essere un rischio orientare una ricerca sul potere decisionale o solo sul fattore economico, se quello che si vuole veramente è un equilibrio vita-lavoro più soddisfacente”.


Come nasce il work-life balance?

Il concetto di work-life balance è sorto in Gran Bretagna negli anni ’70. Con questo termine ci si riferisce alla ricerca di un adeguato equilibrio tra la vita personale e la carriera professionale. Si tratta di una priorità piuttosto recente, almeno nella sua dimensione attuale, con milioni di lavoratori che hanno iniziato da qualche anno ad anteporre il proprio benessere psicofisico alle opportunità professionali.


Per i baby boomer, ossia i nati tra il 1945 e il 1960, l’equilibrio tra vita privata e lavoro non era una priorità, almeno non per la maggior parte delle persone. Queste persone, infatti, si erano guadagnate una vita dignitosa con tanti sacrifici; perciò, erano disposti a maggiori rinunce per mantenere il proprio posto di lavoro, spesso sacrificando il proprio benessere fisico e mentale.


Con l’arrivo nel mondo del lavoro della Generazione X, ovvero i nati tra il 1961 e il 1980, questo approccio è cominciato a cambiare. Questa generazione ha iniziato a valutare la possibilità di sacrificare la carriera professionale a fronte di un maggiore benessere psicofisico, ad esempio valorizzando i posti di lavoro che lasciavano più tempo a disposizione da trascorrere con la propria famiglia.


L’equilibrio tra lavoro e vita privata per i Millennials

Il concetto di work-life balance è venuto definitivamente alla ribalta con i Millennials, ossia i nati tra il 1981 e il 2000. Tra queste persone più giovani il lavoro ha iniziato a ricoprire solo una parte della vita, rendendo davvero difficile per le risorse umane capire come attrarre i Millennials all’interno delle aziende. Non a caso molte aziende hanno scelto di attirare i migliori talenti offrendo una serie di benefit, tra cui orari di lavoro flessibili e spazi dedicati al relax e al benessere in azienda.


In realtà i Millennials sono più interessati a trovare un percorso professionale adatto al loro stile di vita, una ricerca spesso difficile e lunga che genera frustrazione tra i lavoratori e le aziende. L’unica soluzione è la creazione di ambienti di lavoro flessibili e felici, ma per molti datori di lavoro promuovere l’equilibrio tra il lavoro e la vita privata può rappresentare una sfida complessa.


Tra gli accorgimenti che si possono adottare c’è l’introduzione di orari più flessibili, migliorare l’esperienza di lavoro, promuovere una cultura aziendale sana, offrire compensi competitivi e garantire adeguate opportunità di crescita professionale. Oggi i leader che riescono a comprendere questa necessità hanno un importante vantaggio competitivo, in quanto sono in grado di attirare i migliori talenti e mantenerli all’interno dell’azienda, un aspetto cruciale in un’epoca in cui è difficile reperire personale qualificato in molti settori.


In LHH ci occupiamo anche di consulenza di carriera, mettendo a disposizione servizi di outplacement scelti da candidati di tutto il mondo. Possiamo aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi professionali, con un team di consulenti che ti supporta nello sviluppo delle skill che permettono di accedere alle migliori opportunità lavorative e alla promozione del tuo profilo presso migliaia di aziende e recruiter ogni giorno.


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